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Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne: serve un cambio di paradigma

25/11/2025 13:39

Simona Stammelluti

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Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne: serve un cambio di paradigma

Il dato della violenza quotidiana sulle donne, spaventa. Oggi dovrebbe essere approvata dal Senato in via definitiva la nuova disposizione sul consens

Il dato della violenza quotidiana sulle donne, spaventa. 

Anche oggi, nella #giornatainternazionalecontrolaviolenzasulledonne

 

Oggi dovrebbe essere approvata dal Senato in via definitiva la nuova disposizione sul consenso. 
Questo probabilmente consentirà di cambiare il paradigma nelle relazioni tra uomo e donna

Fino ad oggi il corpo di una donna nella relazione sessuale è stato visto come un corpo passivo, pertanto la violenza sessuale è stata ritenuta come un impulso incontrollabile dell'uomo che appena vede un corpo femminile non ha bisogno né di chiedere né di creare una relazione, ma prende e basta. 

Nelle aule di giustizia le donne poi hanno dovuto - fino ad oggi - dimostrare di aver resistito, di avere pianto, di aver detto “no”, di aver urlato, di essere fuggite e (s)fuggite alla violenza di quegli uomini. 

Da oggi in poi, invece, la domanda che il giudice dovrà porre alla donna, sarà solo se “ha prestato il consenso” o meno a quell'atto sessuale, e la risposta dovrà essere solo o SÌ o NO; dopo di che il processo si incentrerà esclusivamente sulla condotta dell'autore, sulla base di cosa ha ritenuto che quel “consenso” sia stato prestato. Perché il sì e SÌ e il no è NO; il FORSE è un NO, e quindi un uomo difronte ad un FORSE a quella ambiguità, ad un silenzio, a quella assenza di consenso, difronte ad un corpo che non esprime CHIARAMENTE la sua volontà, SI DEVE FERMARE, altrimenti è stupro. 
Tutto questo perché deve esistere una relazione con quel corpo. 

Tocca quindi far comprendere agli uomini che il corpo della donna non va preso a prescindere ma deve esprimere un consenso libero, non adulterato da paura o minacce anche psicologiche. Nel dubbio che non esista una reciprocità ci si deve fermare. E siccome spesso gli uomini dicono di non aver capito, allora questa legge era per davvero indispensabile. 


Ma non bisogna dimenticare che ancora oggi esistono sottili ed innumerevoli forme di violenza oltre a quella fisica. 

Controllare, isolare, farla sentire sbagliata; anche questo è violenza. 

Negare l'indipendenza, è a tutti gli effetti come togliere la libertà.

Ci penso io a te, devi chiedermi se vuoi qualcosa - togliere l'indipendenza economica è una sottilissima ma atroce forma di violenza psicologica. 

 

Non sai fare nulla! Mi derideva davanti ai suoi amici; All'inizio ci ridevo anche su - sono le parole di molte donne che si rivolgono alle forze dell'ordine per sfuggire a quella violenza. Perché denigrare, sminuire, svilire è violenza. 

 

Stai zitta! E quando iniziava a gridare avevo paura - dicevano alcune donne che pian piano sono scivolate nel buio della violenza verbale, che spesso è solo prodromica a quella fisica. 

Non è amore se ti fa paura. 
Ogni parola può essere cura ma può essere anche violenza e nessuna donna deve subire rimanendo in silenzio.

 

E qui nasce nuovamente la questione sull'educazione sessuale e affettiva dei giovani. 
Perché no, non basta la repressione, non basta inasprire le pene, non basta introdurre nuovi reati per contrastare la violenza di genere, anche perché i dati parlano chiaro. 
Il sapere di meritare pene definitive, non ha allentano minimamente la violenza di genere e i femminicidi che ne conseguono, spesso tra le mura domestiche.  
Proprio perché come dicevamo, la violenza ha innumerevoli sfaccettature, alcune anche subdole, che si nascondono nelle pieghe di vite apparentemente normali, ma che nel fulcro delle relazioni, sono profondamente sbagliate e difficili, a volte, da portare a galla. 

Per proteggere le nostre figlie, dobbiamo educare agli affetti e alla sessualità. 
L'informazione è prevenzione. 

 

 

 

 

 

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