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Il mondo appeso a Trump

19/06/2025 14:33

Simona Stammelluti

Attualità, Cronaca, Dal mondo, aiea, trump, iran, israele, G7, Europa, Bomba atomica, regime, egemonia ,

Il mondo appeso a Trump

Ecco lo scenario di estrema incertezza che pesa sulle sorti del mondo.

Trump: Nessuno sa cosa farò. 

khamenei: Se Trump prenderà parte a questa guerra, la nostra risposta sarà un danno irreparabile.

Katz: Simboli distrutti, masse in fuga dalla capitale. E' così che crollano le dittature.

 

Ecco lo scenario di estrema incertezza che pesa sulle sorti del mondo. 
Ma la domanda regina è se l'Iran fosse o meno vicina ad avere la bomba atomica. 

Dall'AIEA arrivano affermazioni che spingono verso il no. Dunque se l'Iran non è vicina all'atomica, ancora una volta Israele attua un atto di forza e di violenza.

Questa guerra ha l'aspetto di una guerra per l'egemonia. Non serve ad esportare libertà, né tanto meno a garantire la sicurezza di Israele, ma mira probabilmente a riconfigurare a favore di Israele l'ordine mediorientale. le azioni di Israele hanno proprio i contorni di un disegno strategico, di una guerra egemonica e di (pre)potenza. Tutto questo genera una grande destabilizzazione nell'area, ed è visto dagli esperti come un neoimperialismo e neocolonialismo occidentale, considerato che c'è una mancanza totale di rispetto del diritto internazionale, e alla luce di queste giustificazioni, come di questi metodi. 

Ormai le regole del multilateralismo sono applicate in modalità duali, ossia che valgono per alcuni e non valgono per altri. Questa dualità è stata assunta da alcuni attori, vedasi gli Stati Uniti, Israele ed anche la Russia.

Trump ha nella sua testa un dualismo che parla sin dal discorso inaugurale attraverso un linguaggio imperiale,  assertivo, interventista e questo dualismo appare dunque oggi anche nelle sue affermazioni su quello che “forse farà ma ancora non lo sa”. 

La realtà è che se non si applica una risposta diplomatica forte ed incisiva, ci sarà una guerra devastante, perché l'iran - come ha detto - combatterà fino in fondo. 

A questo punto tutto è nelle mani di Trump, che continua a parlare a ruota libera; le sue dichiarazioni sono come montagne russe, c'è un continuo stop and go. 

Molto dipenderà da lui, e gli enormi contraccolpi di una eventuale decisione tengono il mondo con il fiato sospeso. 

E se ci fosse un cambio al vertice in Iran? 

Se passasse nelle mani di un capo militare?

Le dinamiche intorno al regime sono sempre complicate come anche l'eventuale gestione di un cambio al vertice. 

Sulla sfondo c'è l'impotenza del G7 e dunque la debolezza dell'occidente.
Un G7 che è stato fallimentare e che “ridicolizza” l'occidente. Anche questo è stato l'obiettivo di Trump, sovrano narcisista che ha lasciato prima il G7 per non incontrare Zelensky e per non mandare aiuti all'Ucraina, oltre che di Putin. 

Non sembra esistere più la politica di alleanze e cooperazione tra alleati. C'è solo una politica di potenza; per Trump questo ordine mondiale non è più favorevole o funzionale agli interessi americani, o meglio del suo elettorato. 

E' dunque una politica del più forte, dove i più forti prendono tutto quello che possono e gli altri stanno a guardare. I più forti sono quelli che hanno una sfera di influenza e quindi gli Stati Uniti, la Cina, la Russia. 
Gli altri o si adeguano e sono funzionali a questi intenti, o vengono marginalizzati. 

Non esiste più un G7 ma un G6 più Trump. 

Quel suo andar via prima, è significato “ok, vengo, discutiamo un po', ma alla fine sono io ad essere il titolare della potenza”. 

Questo è un quadro deprimente, ma la realtà è che l'Europa non ha fatto mai dei passi sostanziali per evitare questo scenario che si consuma sotto i nostri occhi. 

L'Europa non è indipendente, non ha autonomia strategia. 

Pertanto non è solo colpa di Trump, che ormai tiene irrimediabilmente in pugno le sorti del mondo. 

 

(AP photo) foto copertina

 

 

 

 

 

 

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