… E Pride fu, malgrado il divieto da parte di Viktor Orbán . E no, caro Orbán in 200 mila non ti hanno ascoltato, e hanno sfilato con orgoglio, perché no, non smetteremo mai di proteggere la Democrazia. Non smetteremo mai di crederci, e di metterci tutto il coraggio che serve. E non smetteremo mai di metterci corpo e mente, ed entusiasmo.
E saremo sempre in tanti e sempre insieme omosessuali ed etero. CI saranno i contestatori, perché così sarà sempre ma non faranno mai paura abbastanza da fermare il flusso di orgoglio e di scelta consapevole.
Un corteo colorato e compatto ha sfilato per le vie di Budapest, un fiume di gente che avanzava malgrado il divieto e i tentativo di blocco della polizia e dell'estrema destra.
Presenti anche ministri di diversi paesi dell'Unione Europea, decine di parlamentari europei soprattutto di sinistra. Per l'Italia c'erano Elly Schlein, Carlo calenda, Alessandro Zan e alrti rappresentanti dell'opposizione.
Il colpo d'occhio è fortissimo; una Budapest stracolma, colorata e orgoliosa: 200 mila corpi e anime che attraversano il ponte sul Danubio.
Una celebrazione più che una protesta.
In testa al corteo c'era anche il sindaco della città Gergely Karacsony, accolto dall'applauso della folla.
Anche l'Europa era presente a Budapest, con la bandiera a stelle gialle fatta sfilare per tutto il corteo insieme a quella arcobaleno.
Insomma sembrerebbe che la legge omofoba di Orban non conti un granché, anche se ci sarebbero tante altre espressioni più colorite e veraci per dirlo.
Il succo della vicenda è “Viva la libertà” perché l'amore non si vieta come non si vieta il diritto di manifestare.
E tutto senza distinzione di razza, di ceto sociale e di orientamento sessuale.
Ciao, omofobi!
È stato bellissimo!
